Le alluvioni sono tra le manifestazioni più tipiche del dissesto idrogeologico e sono causate da un corso d’acqua che, arricchitosi con una portata superiore a quella prevista, rompe le arginature oppure tracima sopra di esse, invadendo la zona circostante ed arrecando danni ad edifici, insediamenti industriali, vie di comunicazione, zone agricole, etc.
Le alluvioni più importanti che hanno interessato l’Italia e che hanno comportato un pesante bilancio sia in termini di vite umane che di danni, sono state quelle del Po nel Polesine (1951), dell’Arno (1966) e del Po nel Nord Italia (1994 e 2000).
I fenomeni alluvionali censiti nella Banca dati del Progetto AVI (Aree Vulnerate Italiane), realizzata dal GNDCI-CNR per conto del Dipartimento, sono state nel periodo tra il 1918 e il 1994 oltre 28.000 ed hanno interessato più di 15.000 località.
Inoltre, in un rapporto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e dell’Unione delle Province d’Italia del 2003 viene riportato che in Italia le aree a rischio elevato e molto elevato di alluvione sono diverse migliaia e coprono una superficie di 7.774 kmq, pari al 2,6 % della superficie nazionale.
Il territorio italiano è interessato, con frequenza sempre maggiore, da alluvioni che avvengono con precipitazioni che possono anche non avere carattere di eccezionalità. Tra le cause dell’aumento della frequenza dei fenomeni vi sono senza dubbio l’elevata antropizzazione e la diffusa impermeabilizzazione del territorio, che impedendo l’infiltrazione della pioggia nel terreno, aumentano i quantitativi e le velocità dell’acqua che defluisce verso i fiumi, la mancata pulizia degli stessi e la presenza di detriti o di vegetazione che rende meno agevole l’ordinario deflusso dell’acqua.
Molti bacini idrografici, presenti soprattutto in Liguria e Calabria, sono caratterizzati da tempi di sviluppo delle piene dell’ordine di qualche ora; per tale motivo, è fondamentale allertare gli organi istituzionali presenti sul territorio con il maggior anticipo possibile, al fine di ridurre l’esposizione delle persone agli eventi e limitare i danni al territorio.
Una efficiente difesa dalle alluvioni si basa sia su interventi strutturali quali, per esempio, argini, invasi di ritenuta, canali scolmatori, drizzagni, etc., sia su interventi non strutturali, ovvero quelli relativi alla gestione del territorio, come i provvedimenti di limitazione della edificabilità, oppure quelli relativi alla gestione delle emergenze, come la predisposizione dei modelli di previsione collegati ad una rete di monitoraggio, la stesura dei piani di emergenza, la realizzazione di un efficiente sistema di coordinamento delle attività previste in tali piani.
A causa del suo assetto morfologico e della sua posizione geografica il territorio della Provincia di Alessandria è particolarmente soggetto a fenomeni alluvionali, aggravati dalla particolare conformazione fisica di alcune zone e dagli effetti indotti da attività antropiche.
Il periodo in cui è maggiore la probabilità che si verifichino eventi alluvionali, è individuabile nell’autunno e nella primavera.
Un evento di piena è caratterizzato da un deflusso d’acqua superiore a quello che normalmente transita lungo l’alveo di un corso d’acqua. Il rischio è legato al superamento dei livelli idrometrici critici lungo i corsi d’acqua.
Le caratteristiche di un evento di piena sono determinate dalla tipologia dell’evento meteorologico, dalle caratteristiche topografiche del terreno, dall’urbanizzazione presente e dagli effetti indotti da eventuali ondate di piena verificatesi nei corsi d’acqua affluenti.